Omega-3 e cancro alla prostata: miti e realtà

Livelli elevati di omega-3 nel sangue di un uomo potrebbero non essere così benefici come si credeva da tempo. Un team di ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Centre ha individuato un legame tra il contenuto di questo acido e il rischio di cancro alla prostata. Il loro studio ha dimostrato che con livelli di omega-3 superiori a determinati valori, il rischio di malattia aumenta del 43%.

Per raggiungere questo rischio è necessaria un'elevata concentrazione di omega-3, equivalente al consumo di due porzioni di salmone a settimana o più. Le persone che assumevano integratori di omega-3 avevano il 71% di probabilità in più di sviluppare tumori aggressivi della prostata.

I ricercatori hanno analizzato il sangue di 834 pazienti affetti da cancro alla prostata e di 1.393 persone sane. I risultati, sebbene inequivocabili, stanno facendo discutere la comunità scientifica. Il dottor Alan Crystal, uno dei partecipanti allo studio, suggerisce che gli omega-3 potrebbero avere effetti dannosi sull'organismo, forse legati ai loro effetti sul DNA e sulle cellule, oltre a sopprimere l'attività del sistema immunitario.

Nonostante i chiari risultati dello studio, molti scienziati indipendenti insistono sulla necessità di ulteriori ricerche. Di conseguenza, non sono ancora giustificati cambiamenti drastici nella dieta e nei principi nutrizionali.

È importante notare che in passato si riteneva che il consumo di pesce marino grasso avesse un effetto positivo sulla salute e potesse allungare la vita. Tuttavia, i nuovi dati mettono in guardia da decisioni avventate e richiedono ulteriori ricerche sul rapporto tra omega-3 e salute.