La ricerca nel campo della cura del cancro sta prendendo nuove pieghe inaspettate. Gli scienziati dell'Università Ebraica di Israele hanno iniziato a studiare l'uso di una proteina del virus dell'immunodeficienza umana (HIV) nella lotta contro alcuni tipi di cancro, compreso il cancro del sangue. Il loro lavoro si concentra sulla proteina Vif, che, a quanto pare, può aiutare nel trattamento dei tumori maligni, aumentando l'efficacia della radioterapia.
Il processo di ricerca è iniziato più di dieci anni fa sotto la guida del professor Moshe Kotler, che insieme al collega Roni Novarsky ha scoperto un'interessante caratteristica della proteina Vif. È emerso che questa proteina impedisce alle cellule tumorali di ripristinare il proprio DNA dopo l'esposizione alle radiazioni. Di solito, durante la radioterapia, le cellule perdono la capacità di dividersi e questo porta alla loro morte. Tuttavia, in alcuni casi le cellule possono ripristinare il proprio DNA, diventando resistenti alle radiazioni, il che complica notevolmente il trattamento.
Proprio in questi casi, secondo gli scienziati, la proteina Vif dell'HIV può diventare un potente alleato. I ricercatori ipotizzano che la sua introduzione nell'organismo prima dell'inizio della radioterapia aiuterà a prevenire il ripristino del DNA danneggiato nelle cellule tumorali, aumentando così l'efficacia del trattamento. In questo modo, i pazienti potranno eliminare le cellule tumorali in modo più efficace e con minori possibilità di recidiva.
Inoltre, gli scienziati israeliani sono convinti che l'uso del solo proteina Vif, e non del virus completo, riduca al minimo il rischio di contrarre l'AIDS, poiché esclude l'esposizione del sistema immunitario del paziente al virus. Si tratta di un'osservazione importante, poiché elimina il principale pericolo legato all'uso di componenti virali in medicina.
Il metodo sviluppato dagli scienziati ha già dato risultati positivi nel trattamento di alcuni tipi di tumori del sangue, come il linfoma e il mieloma. La ricerca continua e gli scienziati sperano che il metodo sia efficace anche per il trattamento di altri tipi di cancro, come la leucemia. Questo approccio può ridurre significativamente il numero di effetti collaterali e complicanze che spesso accompagnano la chemioterapia e la radioterapia tradizionali.
Si prevede che gli scienziati presenteranno i risultati del loro lavoro alla conferenza internazionale BioMed, che si terrà a Tel Aviv. Queste ricerche aprono nuove prospettive nel trattamento del cancro e potrebbero rappresentare un importante passo avanti nella scienza medica.
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